La parola “tisana” deriva dal verbo greco “ptissein”, che vuol dire “macinare l’orzo”.
In origine la tisana era soltanto un decotto di orzo macinato, ma poi il termine è passato a definire qualunque infuso di una o più erbe che abbia degli effetti positivi sul nostro organismo. Al giorno d’oggi, l’uso di tisane si è diffuso enormemente, vista la numerosa casistica di disturbi legati allo stile di vita contemporaneo che esse possono, se non curare, quantomeno lenire. Una buona tisana calda preparata con foglie di eucalipto e timo è ad esempio un ottimo rimedio contro il raffreddore oltre che rilassante nelle serate invernali. Scopriamo insieme coso sono, quali sono e quali i benefici per il benessere e la salute del corpo di cui si può usufruire con ciò che la natura mette a disposizione.
Che cosa è una tisana?
Nell'immaginario comune quando si pensa ad una tisana viene sempre in mente una bevanda calda, ma cos’è concretamente una tisana e coma serve per prepararla?
Le tisane possono infatti essere realizzate:
- Per infusione
- Per decotto
- Per macerazione
La tisana è un preparato che si ottiene diluendo in acqua calda o fredda gli estratti di principi attivi di varie piante. Gli estratti possono essere ricavati da varie parti della pianta, foglie, fiori, radici, corteccia ecc., o da tutta la pianta e i procedimenti per la preparazione delle tisane si differenziano secondo le caratteristiche della pianta.
Tipi di tisane illustrate in base al principio attivo ed ai benefici.
Tisane depurative disintossicanti: sono quelle che contribuiscono a rigenerare il corpo sotto diversi aspetti: liberano l’organismo dalle scorie e da sostanze nocive di origine alimentare o metabolica apportando benefici cardiovascolari ed estetici. La silimarina presente nei semi del cardo mariano, ad esempio, stimola la sintesi delle proteine epatiche contrastando i temibili radicali liberi.
Tisane drenanti: per combattere il gonfiore delle gambe, che sfruttano le proprietà della betulla e della gramigna, ricche di flavonoidi quali l'iperoside, di luteolina e quercitina molto utili per contrastare problemi legati alla ritenzione idrica. Le tisane drenanti sono un valido sostituto dei farmaci per eliminare i liquidi in eccesso che provocano cellulite e ritenzione idrica.
Tisane dimagranti: dette anche brucia grassi, particolarmente indicate nelle diete dimagranti in quanto aiutano o frenando la fame attraverso l’accelerazione del metabolismo con l’uso del tè verde o del fucus, ricchi di polifenoli e metilxantine, o con azione depurativa attraverso l’uso del cardo e del carciofo.
Tisane digestive: che aiutano la digestione con l’azione di principi attivi quali la glicirrizina, di piante quali la melissa, la liquirizia, il ribes.
Tisane sedative, calmanti: sono quelle che aiutano il rilassamento, a combattere lo stress soprattutto di origine psicofisica, e si avvalgono dell’ausilio di fiori quali camomilla, valeriana o genziana, tiglio o passiflora che sfruttano gli effetti benefici dei valepotriati per combattere l’insonnia.
Tisane lassative: che facilitano il transito intestinale e in genere combattono i problemi legati alla digestione, che usano aloe, anice o lino grazie alla presenza di antrachinoni e ricchi di anetolo.
Tisane diuretiche: aumentano la produzione di urina e ne facilitano l’eliminazione grazie ai principi di malva, erica o gemme di pioppo nero.
Tisane rilassanti: aiutano ad acquistare l’equilibrio psico fisico combattendo stress ed insonnia. Una buona tisana calda a base di ginseng, salvia o tiglio serve a conciliarci col mondo che ci sta intorno.
Tisane antinfiammatorie ed espettoranti: un buon decotto a base di tiglio, sambuco o salvia, erbe ricche di flavonoidi, ha potere decongestionante per trachea e bronchi infiammati.
Tisane energetiche: coadiuvano in caso di affaticamento fisico e mentale quando non è necessario assumere farmaci, ma è utile un aiuto vitaminico per l’organismo. Ginseng, guaranà, ginkgo, pappa reale sono tutte sostanze naturali che migliorano le capacità cognitive, la memoria e stimolano il sistema immunitario ridando forza e vigore al fisico debilitato.
Infuso, decotto o macerato? Quale preferire
L’infuso
Il decotto
viene preparato facendo per decozione, ovvero facendo sobbollire in un contenitore provvisto di coperchio la miscela vegetale precedentemente messa in acqua fredda, per i minuti necessari, miscela che di solito presenta parti più dure rispetto all’infuso, come cortecce, steli, legni, semi e radici, al fine di estrarne tutte le proprietà. L’ebollizione varia a seconda delle droghe impiegate dai cinque ai venti minuti, a cui segue un riposo di altri cinque minuti circa. Il rapporto è di 2/5 grammi di droga per ogni 100 grammi di acqua. Anche i decotti vanno consumati subito dopo la loro preparazione, dolcificati a piacere, per godere al meglio di tutti i principi attivi, che spesso sono volatili.
Il macerato
è invece un metodo di preparazione piuttosto lungo, che vuole che le piante siano lasciate a riposo, in macerazione appunto, in acqua fredda per il periodo di tempo necessario, indicatovi dall’erborista. Questo periodo può variare da alcune ore fino a intere settimane; il macerato andrà poi filtrato con attenzione. Da evitare per la preparazione dei macerati è l’uso di contenitori metallici, meglio di porcellana o ceramica, smaltati senza piombo.
Controindicazioni
I principi attivi contenuti nelle tisane possono influire diversamente negli individui, a seconda della sensibilità di ognuno. Oltre al rispetto delle dosi indicate, prima di intraprendere una cura con le tisane, è buona cosa conoscere con attenzione ogni singola preparazione, e verificare, con l’aiuto di un medico o di un naturopata, se questa può fare davvero al caso vostro. Alcuni tipi di piante ed erbe possono infatti avere particolari controindicazioni, essere controindicate per certe patologie, entrare in conflitto con alcuni periodi particolari, come la gravidanza. Ecco a seguire solo qualche esempio:
- Acetosella: controindicata a chi soffre di gotta e litiasi
- Aglio: non va bene per chi ha la pressione bassa né per chi soffre di gastrite o ulcera
- Alloro: limitarne l’uso in gravidanza, no ai bambini sotto i due anni
- Aloe: no in gravidanza e quando si allatta, attenzione a chi soffre di problemi renali
- Altea: non usare in recipienti metallici e di ferro, può causare disturbi intestinali
- Amamelide: può causare disturbi allo stomaco in soggetti sensibili
- Angelica: no in gravidanza, no per chi soffre di depressione o disturbi gastrici
- Anice verde: no a bambini e anziani, no a chi soffre di emicrania
- Arnica: non usare se si soffre di malattie renali
- Artemisia: no in gravidanza
- Asparago: la radice non va bene per chi soffre di disturbi alla vescica (anuria, calcoli renali, cistite, prostatite, renella)
- Assenzio: non usare per lunghi periodi
- Biancospino: non va bene per chi ha la pressione bassa
- Bistorta: non indicata a chi soffre di calcoli
- Borsa del pastore: non va bene per chi ha la pressione bassa e nelle donne in gravidanza
- Camomilla: no per le donne in gravidanza
- Cannella: da non usare in gravidanza, per chi soffre di stitichezza e tachicardia
- Carciofo: no durante l’allattamento e in caso di fermentazione intestinale
- Cardo mariano: no per chi ha l’intestino delicato
- Cardo santo: non per chi ha problemi allo stomaco o ai reni
- Cascara sagrada: non va bene per chi soffre di colite, ulcera, in gravidanza e nei casi di vomito
- Centaura minore: non abusarne, può far male all’apparato digerente
- Centella asiatica: no ai bambini al di sotto dei due anni
- Cipolla: non va bene per chi soffre di stomaco e di digestione difficile
- Curcuma: non indicata per chi soffre di calcoli biliari
- Coriandolo: no per chi soffre di gastroenterite o problemi ai reni
- Edera: prima dell’uso, chiedere a un medico se si soffre di patologie interne
- Eleuterococco: no se si hanno disturbi di coagulazione e ipertensione; no gravidanza e nei bambini
- Equiseto: controindicato in casi di edemi da insufficienza cardiaca e renale
- Fieno greco: no in gravidanza
- Frangola: no in gravidanza
- Ginepro: può risultare irritante per l’apparato urinario
- Guaranà: non adatto in casi di insonnia e ansia
- Issopo: no in casi di epilessia, nevrastenia e in gravidanza, non indicato per chi soffre di malattie nervose
- Melissa: no per chi soffre di disturbi tiroidei
- Menta: non indicata per chi soffre di ulcera e gastrite
- Olmaria: non ideale per chi ha problemi di coagulazione
- Pino: non indicato per chi soffre di problemi ai reni
- Prezzemolo: no in gravidanza, rispettare le dosi perché può essere tossico
- Rosa Canina: no per chi ha tendenza a calcoli renali e gotta
- Rosmarino: no in gravidanza ed evitare l’uso prolungato
- Ruta: no in gravidanza e durante l’allattamento
- Salvia: no in gravidanza e durante l’allattamento
- Senna: no in gravidanza e durante l’allattamento, per chi soffre di emorroidi, enteriti e crampi intestinali
- Tarassaco: non adatto per chi manifesta calcoli alle vie biliari
- Valeriana: no per chi soffre di pressione bassa e in gravidanza
- Vischio: le foglie sbollentate diventano tossiche, non si usa con la bassa pressione
- Zafferano: no in gravidanza
0 comments:
Posta un commento
Commenta questo post. Il tuo commento sarà reso visibile dopo la verifica.